Elisabetta Mijno: una fiamma azzurra su Londra

23/08/2012

Tipo: Nazionali Disciplina: Para Archery


Vuole allungare l'estate d'oro dell'arco italiano. Racconta in una bella intervista a Repubblica le sue emozioni e aspettative. E nell'ultima gara...


A Pechino tirava da sola, a Londra potrà cimentarsi anche nella gara a squadre con le compagne Veronica Floreno e Mariangela Perna. Elisabetta Mijno, atleta delle Fiamme Azzurre così come l'altro asso paralimpico Alberto Simonelli, è decisa a tornare da Londra con qualcosa di tangibile.

E tanto per mettere in chiaro le cose, nell'ultima gara cui ha partecipato in previsione di Londra, a Varese il 29 luglio scorso, ha realizzato il suo record personale totalizzando 603 punti sulla distanza dei 70 mt.

Era il giorno dopo la splendida medaglia conquistata a Londra da Galiazzo, Nespoli e Frangilli. Tutti l'Italia festeggiava i nostri arcieri d'oro e lei era lì, sulla linea di tiro, dove passa molte giornate della sua vita, per migliorare ancora e per avvicinarsi alla sua... di medaglia.

“Darò tutto. E se gli altri sono più bravi, pace: ritenterò a Rio I Giochi si sognano quando non si possono raggiungere, io ho solo da prepararli al meglio”.

Nata a Trana 26 anni fa, Elisabetta è fidanzata con Matteo Bonacina, anche lui
arciere. Nei suoi piani la laurea in Medicina. Testarda come Mafalda, coraggiosa come Robin Hood, è ben decisa a ripetere l’impresa dell’arco azzurro a Londra.

“Da piccoli sembra tutto facile poi arrivano le difficoltà e i momenti di sconforto ma non ho mai visto nulla di insormontabile”.

Sulla sedia a rotelle dall’età di cinque anni, Elisabetta non ha mai perso l’ottimismo e ha scoperto fin da piccola (11 anni) la passione per il tiro con l’arco, presso la società sportiva “Tir a la Mira” di Giaveno. Dopo una pausa di alcuni anni, Elisabetta si è tesserata per la società “Arcieri delle Alpi”
di Rivoli Torinese diventando una colonna della nazionale paralimpica.

Vanta ben 25 titoli nazionali nelle varie categorie e, a livello internazionale, ha già vissuto l'esperienza olimpica a Pechino 2008 (9^ nella prova individuale) e ha poi conquistato un oro e due argenti ai Campionati Europei di para-archery di Vichy 2010.

"A Pechino mi ero qualificata un po' per caso", racconta a Repubblica Elisabetta. "Questa volta, invece, ho faticato molto per strappare la carta olimpica ai Mondiali di Torino"

A Londra proverà a concretizzare un duro lavoro di 4 anni, come ogni altro atleta, che sia Olimpiade o Paralimpiade. Su questo Elisabetta è netta. "I Giochi andrebbero visti nello stesso modo, che siano Olimpiadi o Paralimpiadi.
Le nostre imprese, i nostri sacrifici sono gli stessi di una Vezzali o di un Bolt".

Il 30 agosto, al Royal Artillery Barracks di Londra, le prime prove. La caramanzia partirà con lei. In valigia ci saranno gli immancabili slip gialli, ma soprattutto la convinzione di aver lavorato bene. Tra una settimana le parole lasceranno spazio alle frecce. "Buon viaggio" a Elisabetta e a tutta la squadra Azzurra.



Collegamenti relativi alla notizia

Documenti relativi alla notizia



Torna indietro